giovedì 28 maggio 2015

Quando un film vale mille parole...

In questo momento di tensioni internazionali e di fanatismo Islamico dilagante ecco un film che rappresenta la maggioranza dei Musulmani, pacifica e che sa anche ridere sulla propria condizione.

Complimenti a Fariborz Kamkari che dopo "I fiori di Kirkuk" ci propone:


Locandina del film Pitza e datteri di F. Kamkari

sabato 21 luglio 2012

Unità delle religioni per il Cavaliere Omayyade

"Certo: quelli che hanno creduto, quelli che praticano l'ebraismo, i cristiani, i sabei, chiunque ha creduto in Dio e nel Giorno ultimo e compie opera buona, avranno la loro ricompensa presso il Signore. Per loro nessun timore, e non verranno afflitti." Cor. 2° - 62

Qui chiaramente il Sacro Corano indica quale deve essere l'atteggiamento del musulmano nei confronti delle altre religioni rivelate.
  Un Cavaliere del Califfato Omayyade Sufyani di Damasco quindi, non può come Musulmano che crede nel Sacro Corano correttamente interpretato, fare proprie le violenze, le divisioni, le lotte religiose, ma deve battersi e sostenere nella massima umiltà l'Unicità di Dio  la Sua benevolenza e Misericordia.
Non degli uomini dobbiamo essere timorati, ma di Dio.
 

venerdì 13 luglio 2012

La via della Pace

"E non disputate con le genti del Libro se non nel modo più cortese, eccetto con quelli di loro che agiscono ingiustamente, e dite: "Crediamo in ciò che è stato fatto scendere a noi e in ciò che è stato fatto scendere a voi; il Nostro [Dio] e il Vostro [Dio] sono uno. A Lui noi siamo sottomessi" Sacro Corano 29° 45.

 Per Noi Musulmani l'Islam è la rivelazione finale, la rivelazione di Mohammad (PeB su diLui) è l'ultima in ordine cronologico.
Le tre religioni Abramitiche sono una successiva all'altra in ordine temporale. 
Gesù è precedente al profeta Mohammad (PeB su di Lui) quindi dire che era Musulmano come lo intendiamo noi,  è impreciso (si può definire Musulmano in quanto come Profeta non poteva non essere a conoscenza della rivelazione che sarebbe avvenuta con Mohammad (PeB su diLui)).
Gesù nel Sacro Corano appartiene alla "gente del libro", 
la rivelazione di Allah trasmessa attraverso Mohammad (PeB su diLui) è l'ultima in ordine cronologico, ma è pertinente e, corollario finale, al cammino delle religioni Abramitiche.
Ovviamente come L'Ebraismo, manca della rivelazione di Gesù, così i Cristiani mancano della rivelazione di Mohammad... le tre religioni vanno viste come un cammino coerente un passaggio guidato direttamente da Allah.
 

Dire che l'Islam è l'unica religione è sbagliato, ma è certamente il completamento della rivelazione iniziata con Abramo.

L'emiro  ‛Abd al-Qāder (1807-1883) di Damasco così commenta il versetto 29°- 46 Cor. "Il nostro Dio, quello dei cristiani, degli Ebrei, dei Sabei e delle sette deviate, è Uno, come Egli ci ha insegnato,. Egli Si è manifestato a noi con una teofania differente da quella con cui Si è manifestato nella Sua rivelazione ai cristiani, agli ebrei ed alle altre confessioni. Di più: egli Si è manifestato alla stessa comunità di Maometto con teofanie molteplici e differenti, il che spiega come questa comunità, a sua volta, comprenda fino a settantatre sette differenti, entro ciascuna delle quali bisognerebbe ancora distinguere altre sette, pur esse varie e divergenti, come constata  chiunque ha familiarità con la teologia. Ora, tutto ciò nasce soltanto dalla diversità delle teofanie, che è funzione della molteplicità di coloro cui esse sono destinate e della diversità delle loro predisposizioni essenziali. Nonostante questa diversità, Colui che si epifanizza è Uno, senza mutamento dall'eternità senza inizio all'eternità senza fine"
 

Per l'islam l'unico punto di contestazione verso il Cristianesimo rimane il credere Gesù Dio e la santissima Trinità come un solo Dio, questi sono elementi aggiunti dalla Chiesa di Roma con dogmi successivi alla venuta di Gesù. 

Nei vangeli padre mio è tradotto dal greco con una interpretazione Padre, Signore, colui che ha creato. Queste sono i temi su cui si può creare un confronto, non ci possiamo fissare solamente a discutere di come gli uomini pieghino al proprio  conto ed interpretino le religioni.... 

"Le malvagità esistitono in tutte, a dividersi in fazioni contrapposte rigide sulle proprie posizioni non facciamo niente di costruttivo per "un miglior islam" come dici tu... e soprattutto per la pace nel mondo."

martedì 10 luglio 2012

Maryan (Maria madre di Gesù) parla a Medjugorie anche per i Musulmani?


I cavalieri del califfato Omayyade di Damasco hanno, fin dall'antichità (non avendo mai aderito alla rivoluzione nell'Islam portata dagli Abbassidi di Bagdad nel 750 d.c.) un'impostazione di fede attenta e rispettosa di tutte le religioni Abramitiche, tale impostazione nasce soprattutto nella lunga permanenza degli eredi Omayyadi sopravissuti in Andalusia dove hanno saputo per secoli (anche durante le crociate) mantenere un atteggiamento tollerante con le religioni dei regni di Castiglia e di Aragona.
Pur rimanendo fortemente consolidati nella fede Musulmana si sono storicamente impegnati a cercare nella comunione fra i credenti in Allah l'unica via praticabile per la pace nel mondo e l'accesso all'ultimo stadio di evoluzione della spiritualità umana prima del Giudizio Universale nell'attesa del ritorno sulla terra del profeta Gesù.

Certamente le apparizioni di Maryan (Maria madre di Gesù) a Medjugorie non possono non interrogare anche i Musulmani attenti, Medjugorie dista pochi Km da Mostar, la famosa cittadina sul fiume Neretva, simbolicamente la Neretva rappresenta la linea di confine tra l'Islam ed il Cristianesimo occidentale, confine deciso dalla storia con l'espansione ad occidente dell'Impero Ottomano.


Il famosissimo ponte di Mostar divide il quartiere Musulmano ad est della città dal quartiere Cristiano ad Ovest, e durante l'ultima guerra gli abitanti della città cercarono di preservarlo dalla distruzione con tutte le loro forze difendendo così, soprattutto l'unione e la fratellanza fra le due fedi monoteiste.
Il ponte, quindi, come simbolo di Unità e Pace fra le religioni. Maryan sceglie quindi di comunicare i Suoi messaggi (non i messaggi di Allah) nella città del ponte, Lei stessa diventa quindi ponte fra gli uomini e gli intimi di Allah.

Ogni volta che Zakariya entrava nel santuario trovava cibo presso di lei. Disse:- O Maryam, da dove proviene questo?-. Disse:- Da parte di Allah-. In verità Allah dà a chi vuole senza contare” (Sacro Corano, Sura ali-°Imran, 3:37)

Nel Santo Corano Maryan è poi classificata fra gli intimi di Allah con i Veritieri (siddiqah).
Come è stato notato nel 69° versetto del 4° capitolo del Santo Corano, si tratta di una categoria che giunge immediatamente dopo il livello dei profeti (as) e sopra i livelli dei “Testimoni” e della “Gente del Bene”.

Coloro che obbediscono ad Allah e al Suo messaggero saranno tra coloro che Allah ha colmato della Sua grazia: profeti, veritieri, testimoni e gente del bene. Che ottima compagnia!” (Sacro Corano, Sura an-Nisa’, 4:69)

Questa posizione fra i Veritieri ci fa porre maggior attenzione, quindi, alle parole di Maryan, sempre vere e sempre ispirate dalla fede integerrima in Allah dovuta al Suo stato di purezza, di verginità.
La nostra appartenenza al califfato quindi ci impone di non stracciare subito come “falsi” i messaggi di Medjugorie, senza almeno, cercare di “vedere” e di capire; i tempi, gli eventi, i luoghi sono un segno forte e non trascurabile, fatti che non possono non avere un collegamento fra loro, ma essere solamente il frutto di una coincidenza.

Analizzare i messaggi è d'obbligo anche per i fratelli Musulmani e sono tanti che ogni anno in sordina si recano in pellegrinaggio a Medjugorie. Non entrano certamente a pregare nella chiesa, ma camminano per i sentieri del monte Krizevac, indistinguibili dagli altri credenti, ma partecipi nella preghiera ad Allah.

Parole quelle di Maryan che con molta evidenza non portano nessuna novità teologica, nessun nuovo “dogma”, nessuna nuova rivelazione, non vanno, quindi, contro la verità Coranica del primato dell'ultima rivelazione che è quella del Profeta Mohammad (Pace e benedizioni su di Lui) , ma gridano con forza all'umanità intera che è necessario oggi più di ieri, la preghiera, il digiuno, la fede in Allah, il ripudio definitivo di Shaitan.

E quando gli angeli dissero:- In verità, o Maryam, Allah ti ha eletta, ti ha purificata ed eletta tra tutte le donne del mondo-” (Sacro Corano, Sura ali-°Imran, 3:42)

Maryan donna e madre, la più pura fra le donne, ci tende una mano, ci ricorda la retta via, la via di coloro che Allah colma di grazie, ci parla di Shaitan il lapidato, ci guida nella fede, ci guida verso la purezza che Lei stessa rappresenta, ci guida alla Pace e come il ponte di Mostar ci indica la strada: l'Unità delle religioni.

Il compito di Noi cavalieri e di Noi fedeli ad Allah è di ascoltare e di recepire la bontà del messaggio soprattutto come comunione fra i popoli per la Pace universale.
Il giudicare la veridicità delle apparizioni spetta a Roma che si è presa il carico di definire ciò che è vero da ciò che sbagliato per i Cristiani, Noi fratelli in Islam abbiamo solo il dovere di accogliere e capire i messaggi basandosi sull'unica chiave che il Profeta (Pace e benedizioni su di Lui), ci ha lasciato per volontà di Allah: il Sacro Corano.


Ponte di Mostar Unità delle Religioni
E Maria, figlia di °Imran, che conservò la sua verginità; insuflammo in lei il Nostro spirito. Attestò la veridicità delle parole del Suo Signore e dei Suoi libri e fu una delle devote” (Sacro Corano, Sura al-Tahrim, 66:12)

sabato 26 maggio 2012

Francesco d'Assisi e il Califfato

Il Misericordioso Califfato Omayyade Sufyani di Damasco è erede della missione del clan Banū Umayya بنو أميةl di Mecca, primi seguaci   del profeta Mohammad (pace e benedizione su di Lui);
Francesco d'Assisi 


è un ordine cavalleresco islamico e i Suoi membri si impegnano a seguire una regola ben precisa; 
è interessante evidenziare che anche Francesco d'Assisi durante la Sua vita ha avuto modo di incontrare cavalieri dell'ordine Omayyade e di andare in Egitto durante una crociata per incontrare il Sultano Al-Malik_al-Kamil (incontro che nella tradizione Cattolica è conosciuto come la conversione del Sultano), sviluppando in questo evento importanti riflessioni teologiche che lo hanno sicuramente ispirato nella Sua scelta di vita  mistica e di povertà.
Lo stesso abito di  Francesco fu ispirato  dall'abito dei seguaci stretti del Profeta (P.B. su di Lui) che avevano lasciato ricchezze e famiglia per seguire alla lettera il Corano; Uomini che hanno vissuto vicino al Profeta(P.B. si di Lui) e che da Lui avevano appreso la rivelazione.


Francesco in quattro giorni di incontro con il Sultano ed alcuni teologi Musulmani affrontò numerosi temi religiosi evidenziando che, nella sostanza, molti erano i punti in comune fra le due religioni; il più importante: Allah è Dio unico e misericordioso; 
furono affrontati, inoltre, temi come la Pace e la fratellanza fra i popoli... non ci fu alcun tentativo di conversione, ma altresì furono sviluppati argomenti di una spiritualità molto profonda e questo incontro ebbe alta risonanza anche nel mondo Islamico.


I primi contatti con il mondo Islamico sicuramente provenivano a Francesco direttamente da cavalieri del Califfato Omayyade di Damasco che dal Marocco e dalla Spagna, loro baluardo in Europa, esportavano i famosi tessuti  colorati di Damasco molto conosciuti anche dallo stesso Pietro Bernardone padre di Francesco (commerciante). 
Gli Omayyadi fecero dei tessuti e del loro segreto di fissaggio del colore (il famosissimo rosso purpureo così pregiato), metodo che in occidente all'epoca non era conosciuto, la loro fonte di ricchezza.

Francesco ebbe modo già in Assisi di conoscere cavalieri del Califfato e di parlare con loro, di apprezzare la loro distanza dal vino, dalle "tentazioni"e dal peccato, dal loro comportamento integerrimo, dai valori spirituali affrontati nelle discussioni, ma soprattutto dalla loro misticità e dal loro ascetismo.
Dal loro essere uomini non-protagonisti, ma di alto valore e lignaggio, uomini di forte carattere.
Certamente, tutte queste caratteristiche contribuirono alle scelte di Francesco negli anni a venire.
 



lunedì 30 aprile 2012

Abd al-Rahman I



Abd al-Rahman I (731-788) fu emiro della Spagna islamica dal 756-788. Conosciuto come "L'immigrato", stabilì la tradizione della dinastia Omayyade nella penisola iberica.
Nato vicino a Damasco, Siria, Abd al-Rahman I era il figlio del principe omayyade Hisham ibn Muawiya e una concubina dal nome berbero Rah. 

Nel 750 fu uno dei pochi membri della famiglia Omayyade che riuscì a sfuggire alla macellazione perpetuata dagli Abbasidi e, quindi, visto che la discendenza degli Omayyadi si era estinta in Oriente, inizio il Suo cammino verso il mondo occidentale islamico dove stabilì la base del Suo potere.
Accompagnato dal suo liberto Badr, viaggiò in tutto il Nord Africa guadagnando rifugio tra la tribù di Sua madre, berbera del Marocco. Utilizzando questa base, invitò Badr in Spagna per preparare il terreno per le sue ascesa politica.
Il 14 agosto, 755, Abd al-Rahman sbarcò a Almugnecar in Spagna e fu presto riconosciuto come capo dai vari insediamenti di immigrati siriani, ancora fedeli agli Omayyadi. Infine, dopo aver sconfitto l'ultimo governatore della Spagna islamica, Yusuf al-Fihri, entrò nella capitale, Cordova, il 15 maggio, 756, dove fu proclamato emiro nella moschea principale.
La notizia del trionfo di Abd al-Rahman si diffuse rapidamente in tutto il mondo islamico, seminando il terrore nei cuori degli Abbasidi rivali ed allietando le migliaia di sostenitori degli Omayyadi, che presto accorsero in Spagna.
Molte delle relazioni del principe e degli esponenti l'aristocrazia siriana che erano stati allontanati dal potere in Oriente diventarono la nuova crema dell'alta società di Cordova.
Durante il suo regno di 32 anni Abd al-Rahman ha dovuto affrontare numerose rivolte, molte delle quali sostenute dagli abbasidi. Una delle più gravi fu la rivolta del mondo arabo yemenita al-Ala ibn Mugith, che Abd al-Rahman fece decapitare. Dal 768-776 l'emiro fronteggiò una rivolta ancora più grave guidata dal capo berbero Shakya. Più tardi, una coalizione di capi arabi invitarono Carlo Magno in aiuto contro il capo Omayyade.
Il re dei Franchi invano assediò Saragozza nel 778, che resistette anche, grazie alla popolazione Cristiana che preferiva la libertà degli Omayyadi al potere carolingio. Gran  parte dell'esercito carolingio fu spazzato via al Passo di Roncisvalle da un agguato al ritorno in Francia, un episodio raccontato nella Chanson de Roland.
Attraverso la sua politica di attrarre gruppi di interesse contrapposti e affrontare severamente le ribellioni, Abd al-Rahman raggiunse un minimo di stabilità politica. Perfezionò l'organizzazione amministrativa gestita dai Siriani già introdotta all'inizio del secolo e consolidò il governo centralizzato di Cordova, che entro la fine del suo regno cominciò a somigliare a una grande capitale.
Biondo, abitualmente vestito di bianco e cieco da un occhio, fu abile nell'oratoria e nella poesia nonchè nelle arti militari.
Il 30 settembre 788, Abd al-Rahman I morì a Cordova dove aveva dato inizio alla costruzione della grande Moschea terminata nel X secolo.
L'eredità Omayyade rimase viva in occidente, dove segretamente dal mondo cristiano che ne perseguitava i Suoi membri continuò la Sua opera pacifica sino ai tempi moderni.

domenica 29 aprile 2012

Una riflessione sulla Jahad o lotta interiore

Parlare di Jahad intesa: come lotta verso i non-musulmani, addirittura come guerra Santa, come giustificazione anche per atti di suicidio (kamikaze) corrisponde ad una lettura faziosa e falsa del Corano.

"Oh voi che credete, combattete i
miscredenti che vi stanno attorno" (Cor., IX, 123).


Questo versetto della Sura IX è l'origine dell'errore, (o meglio: della manipolazione del Sacro Corano, peccato ben più grave), ma chi ha letto  il Corano sa che Allah definisce  i cristiani ed Ebrei sempre come: "la gente del libro". 
Gli appartenenti alle altre religioni come "i politeisti". 
Per quale motivo in questo versetto la cosa dovrebbe essere diversa? 
per "miscredenti che vi stanno attorno" la Sacra scrittura intende i demoni e le tentazioni che circondano l'anima..., l'espressione "stanno attorno" maggiormente chiarifica il concetto di elementi a noi vicini che circondano l'individuo.
 Ogni musulmano in quanto uomo vive aspetti di miscredenza, la perfezione non è di questo mondo, quindi la lotta alle tentazioni è una lotta contro aspetti di se stessi, contro le miscredenze della propria anima.
Il Corano rispetta sempre "la gente del libro" e non la esclude nemmeno dall'accesso al paradiso, che si raggiunge solo con una vita retta, misericordiosa e giusta. 
Ognuno risponde ad Allah per le proprie azioni ed il proprio comportamento.