sabato 26 maggio 2012

Francesco d'Assisi e il Califfato

Il Misericordioso Califfato Omayyade Sufyani di Damasco è erede della missione del clan Banū Umayya بنو أميةl di Mecca, primi seguaci   del profeta Mohammad (pace e benedizione su di Lui);
Francesco d'Assisi 


è un ordine cavalleresco islamico e i Suoi membri si impegnano a seguire una regola ben precisa; 
è interessante evidenziare che anche Francesco d'Assisi durante la Sua vita ha avuto modo di incontrare cavalieri dell'ordine Omayyade e di andare in Egitto durante una crociata per incontrare il Sultano Al-Malik_al-Kamil (incontro che nella tradizione Cattolica è conosciuto come la conversione del Sultano), sviluppando in questo evento importanti riflessioni teologiche che lo hanno sicuramente ispirato nella Sua scelta di vita  mistica e di povertà.
Lo stesso abito di  Francesco fu ispirato  dall'abito dei seguaci stretti del Profeta (P.B. su di Lui) che avevano lasciato ricchezze e famiglia per seguire alla lettera il Corano; Uomini che hanno vissuto vicino al Profeta(P.B. si di Lui) e che da Lui avevano appreso la rivelazione.


Francesco in quattro giorni di incontro con il Sultano ed alcuni teologi Musulmani affrontò numerosi temi religiosi evidenziando che, nella sostanza, molti erano i punti in comune fra le due religioni; il più importante: Allah è Dio unico e misericordioso; 
furono affrontati, inoltre, temi come la Pace e la fratellanza fra i popoli... non ci fu alcun tentativo di conversione, ma altresì furono sviluppati argomenti di una spiritualità molto profonda e questo incontro ebbe alta risonanza anche nel mondo Islamico.


I primi contatti con il mondo Islamico sicuramente provenivano a Francesco direttamente da cavalieri del Califfato Omayyade di Damasco che dal Marocco e dalla Spagna, loro baluardo in Europa, esportavano i famosi tessuti  colorati di Damasco molto conosciuti anche dallo stesso Pietro Bernardone padre di Francesco (commerciante). 
Gli Omayyadi fecero dei tessuti e del loro segreto di fissaggio del colore (il famosissimo rosso purpureo così pregiato), metodo che in occidente all'epoca non era conosciuto, la loro fonte di ricchezza.

Francesco ebbe modo già in Assisi di conoscere cavalieri del Califfato e di parlare con loro, di apprezzare la loro distanza dal vino, dalle "tentazioni"e dal peccato, dal loro comportamento integerrimo, dai valori spirituali affrontati nelle discussioni, ma soprattutto dalla loro misticità e dal loro ascetismo.
Dal loro essere uomini non-protagonisti, ma di alto valore e lignaggio, uomini di forte carattere.
Certamente, tutte queste caratteristiche contribuirono alle scelte di Francesco negli anni a venire.